Non capita spesso di vedere volare, sopra il Castello e sui tetti dei palazzi della città, due parapendii. Capisci che il sogno di Leonardo, di mettere le ali all’uomo, è ormai così reale. Affascina e impaurisce allo stesso tempo quel librare leggero sui flussi invisibili delle correnti d’aria; le gambe penzoloni, sorretti solo da un groviglio coloratissimo e complicatissimo di funi e tessuto. Appeso al quel “trabiccolo volante” t’immagini un giovanotto biondino e muscoloso, possibilmente del nord. Ma è chiaro che noi, povere vittime dello stereotipo facile, ci sbagliavamo. Per puro caso, infatti, passando con la nostra auto a Ponente, all’altezza del vecchio palazzetto dello sport, ci imbattiamo nei due “uomini volanti”, intenti a sistemare la loro attrezzatura. Scopriamo così che di milazzesi si tratta altro che biondini del nord. Lillo Piraino, non proprio un giovanotto, capello cortissimo, occhiali tecnici, vero esperto di parapendio. “A Milazzo siamo in cinque a praticare questo sport – ci spiega – oggi c’erano le condizioni ideali per il volo e non ci siamo fatti scappare l’occasione”. La classica base di lancio è uno spiazzo verde di fronte all’ingresso della Baronia, al Capo, a 41 metri dal livello del mare. “Buttandoci da quell’altezza – ci spiega Lillo - si riescono a fare anche 400 metri di volo”. Pare che la nostra città abbia quelle condizioni climatiche e paesaggistiche ideali per praticare questo sport e Lillo si rammarica per il fatto che si riesca a fare poco o nulla per valorizzare, anche a scopo turistico, questa caratteristica. "A Letojanni - dice - è tutt'altra cosa: lì il Comune da anche dei finanziamenti ai club". Per il momento ci accontentiamo dello spettacolo, poi...chissà.
Non capita spesso di vedere volare, sopra il Castello e sui tetti dei palazzi della città, due parapendii. Capisci che il sogno di Leonardo, di mettere le ali all’uomo, è ormai così reale. Affascina e impaurisce allo stesso tempo quel librare leggero sui flussi invisibili delle correnti d’aria; le gambe penzoloni, sorretti solo da un groviglio coloratissimo e complicatissimo di funi e tessuto. Appeso al quel “trabiccolo volante” t’immagini un giovanotto biondino e muscoloso, possibilmente del nord. Ma è chiaro che noi, povere vittime dello stereotipo facile, ci sbagliavamo. Per puro caso, infatti, passando con la nostra auto a Ponente, all’altezza del vecchio palazzetto dello sport, ci imbattiamo nei due “uomini volanti”, intenti a sistemare la loro attrezzatura. Scopriamo così che di milazzesi si tratta altro che biondini del nord. Lillo Piraino, non proprio un giovanotto, capello cortissimo, occhiali tecnici, vero esperto di parapendio. “A Milazzo siamo in cinque a praticare questo sport – ci spiega – oggi c’erano le condizioni ideali per il volo e non ci siamo fatti scappare l’occasione”. La classica base di lancio è uno spiazzo verde di fronte all’ingresso della Baronia, al Capo, a 41 metri dal livello del mare. “Buttandoci da quell’altezza – ci spiega Lillo - si riescono a fare anche 400 metri di volo”. Pare che la nostra città abbia quelle condizioni climatiche e paesaggistiche ideali per praticare questo sport e Lillo si rammarica per il fatto che si riesca a fare poco o nulla per valorizzare, anche a scopo turistico, questa caratteristica. "A Letojanni - dice - è tutt'altra cosa: lì il Comune da anche dei finanziamenti ai club". Per il momento ci accontentiamo dello spettacolo, poi...chissà.